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giovedì 25 settembre 2008

Non è proprio cambiato niente...

Dal sito Repubblica.it

È anche peggio di quando Totò spartiva il bottino fra i suoi clienti. Duecento euro a chi allevava una capra "girgentana" (agrigentina) e 500 a chi accudiva in giardino un asino pantesco (di Pantelleria), un contributo "per la lotta mondiale contro l' inquinamento" a chi viaggiava in nave, 12 euro per ogni chilo di manna tirata giù dall' albero. L' ultimo assalto alla Regione è più sfacciato. Ci sono di mezzo i parenti. Tanti. E' così che don Raffaele sta già oscurando la fama del suo predecessore sopraffatto da una velenosa guantiera di cannoli. é un arrembaggio. Più fratelli e cugini e più figli. E più nipoti e più compari. Non c' è più soltanto Palermo (dove Cuffaro ha il suo quartiere generale) ma c' è anche Catania (dove il boss dei boss è Lombardo) e - chissà come - in Sicilia ci saranno pure più soldi. Quelle che tecnicamente vengono definite le "risorse della nuova programmazione" sono in sostanza 6 miliardi e mezzo di euro che pioveranno sull' isola da qui alla primavera del 2013. Alla Regione si preparano a un altro grande banchetto. Con un condottiero che pubblicamente promette rigore e regole ma poi fa sempre finta di niente. A parole annuncia rivoluzioni nella spaventosa macchina burocratica e intanto lascia i soliti noti ai loro posti, giura di ridurre da 26 a 12 le società regionali e invece non taglia mai nulla, in nome della trasparenza sceglie come assessori due noti magistrati e poi però il suo governo scivola ancora nella vergogna dei familiari più intimi assunti per chiamata diretta. Alla muta muta - zitto zitto come si dice in Sicilia - Raffaele Lombardo è in corsa per battere tutti i record nella Sicilia delle abbuffate. Nella Regione che per la sua Sanità spende 8,5 miliardi di euro (il 30% in più della Finlandia, ha fatto notare a luglio la Corte dei Conti) tutto è come prima e più sconcio di prima. A pochi mesi dalla sua incoronazione il nuovo governatore sembra stia diventando un altro Cuffaro più smoderato di Cuffaro. Lo scandalo è diventato scandalo con Giuliana, la figlia di Giovanni Ilarda, il giudice che don Raffaele ha messo all' assessorato al Personale. Ma la lista di quei cognomi eccellenti assunti in Regione è infinita. Quelli che hanno una parentela molto stretta e gli altri, cognati, nuore, ex autisti, ex deputati "trombati". Si comincia con Piero Cammarata, primogenito di Diego, sindaco di Palermo, e si finisce con una Misuraca (parlamentare di Forza Italia) e uno Scoma (assessore di Lombardo), con un Davola (ex autista di Gianfranco Micciché) e con un Mineo (figlio di un deputato regionale). Quasi tutti sono negli staff degli assessori. Come Rosanna Schifani, sorella di Renato, presidente del Senato della Repubblica. Era già dipendente della Regione, assunta per concorso nel ' 91, poi è stata "chiamata" dall' assessore alla Famiglia Francesco Scoma. O come Viviana Buscaglia, cugina del ministro di Grazia e Giustizia Angelino Alfano. La signora, un' "esterna", è nello staff dell' assessore all' Agricoltura Giovanni La Via. L' elenco di chi si piazza lì dentro con un cognome che conta mese dopo mese è sempre lungo. Ogni assessore può avere 25 collaboratori fra segreteria particolare e segreteria tecnica, un terzo di loro arriva da fuori l' amministrazione. Così fan tutti. Pagando ciascuno degli 8 prescelti come dirigente 41.807 euro lordi più un' indennità di 7.747 euro e un' altra di 23.500. Come minimo, i fortunati che entrano in uno staff, portano a casa 70 mila euro. Gli uffici di gabinetto si trasformano in vere e proprie segreterie politiche. Come quella dell' assessore ai Beni Culturali Antonello Antinoro dell' Udc. Ha chiamato vicino a sé: Giovanni Antinoro (non parente) che era l' autista di Cuffaro; Domenico Di Carlo, segretario del braccio destro di Cuffaro, Saverio Romano; Vito Raso, amico di Cuffaro; Gianni Borrelli, ex candidato Udc amico di Cuffaro e dello stesso assessore Antinoro. Lo chiamano staff ma è una tribù. Rispetto a tutti gli altri 21 mila dipendenti regionali quelli degli staff non firmano il cartellino, hanno un rapporto solo con il loro capo - l' assessore - e tanto per gradire per gli interni un' altra indennità annua dai 7 ai 15 mila euro. E se nei "felicissimi" di Totò Cuffaro sembrava che non ci fossero limiti al limite, l' esordio come governatore di don Raffaele è stato segnato da nuovi aumenti per 72 onorevoli su 90. Il parlamento ha voluto altre tre commissioni, altri "gettoni", altri incarichi e gratifiche da aggiungere ai 19 mila euro lordi di stipendio per ogni parlamentare. Totale delle spese in più per le tre nuove commissioni: 200 mila euro. Nelle stesse settimane del bonus per gli onorevoli, tutti i dirigenti dei vari assessorati sono stati valutati e promossi. Il minimo in "pagella" era un punteggio di 70, tutti sono andati oltre il 90. Dai 3 ai 15 mila euro in più per ogni burocrate. «Il mio governo è già impegnato a tagliare gli sprechi», aveva solennemente giurato don Raffaele nel giorno del suo insediamento. Numeri e nomi raccontano come sono andate le cose. A giugno il governatore aveva proclamato che avrebbe finalmente messo mano alle 25 società collegate alla Regione, 3546 precari poi stabilizzati e in pratica tutti amici di amici, un bel po' di altri parenti di eccellenti siciliani, tutti entrati senza concorso. A luglio e a settembre ha ripetuto il proclama. Le 25 società sono sempre lì, una dependance della Regione Sicilia che conta quasi gli stessi impiegati che ha la Regione Lombardia. Sulla carta si occupano di tutto. Trasporti. Informatizzazione. Patrimonio artistico. Qualche mese fa una società ha pubblicato un avviso per comunicare l' assunzione da parte di un' altra società di 38 ingegneri. Il nome dell' altra società è stato tenuto segreto «per motivi di privacy». Poi si è scoperto che era la Sicilia e-innovazione, una struttura che gestisce almeno 300 milioni di fondi europei e statali. Ma Lombardo non prende decisioni. Parla, parla ma non si mette mai contro nessuno. Immobile come una statua, assiste alle scorrerie nel gorgo di Palermo.

lunedì 15 settembre 2008

Commenti post-estate




FotoLa “Rimini del Sud” si conferma, anche quest’anno, la città di Pozzallo, “regina” dell’estate 2008 per numero di presenze turistiche, nel territorio ibleo. Nonostante il tempo sia ancora bello, il mese di settembre è giunto e, con esso, anche il bilancio della affluenza turistica in città relativo ai mesi estivi. E i bilanci fatti dalla Pro Loco, dagli operatori del settore e, non ultimo, anche dall’amministrazione attuale, parlano di un successo ottenuto grazie ad una programmazione mirata e suffragato da numeri che non passano inosservati.


Più di cinquanta spettacoli, iniziati a metà giugno e che si concluderanno il 30 settembre, tutti gratis in piazza delle Rimembranze, che hanno attirato migliaia di turisti, arrivati da ogni angolo della Terra. L’evento con maggiore affluenza è stato la “Sagra del Pesce”, con il picco, nella serata conclusiva, di quasi 15 mila presenze fra la piazza e il Corso Vittorio Veneto. Gruppi e bande musicali, compagnie teatrali, cabaret, “pubs in fest” sono stati gli eventi che si sono alternati in diversi punti della città, richiamando un numero considerevole di turisti. La vera sorpresa? Le serate teatrali, con i paganti che prendevano posto due ora prima l’inizio dello spettacolo.

Ancora una volta le manifestazioni, promosse dal comune di Pozzallo, hanno posto in risalto tutto il patrimonio artistico e culturale della nostra città. La Torre Cabrera, ad esempio, ha chiuso il “suo” bilancio (oltre a chiudere definitivamente i suoi battenti, per l’anno in corso, nella giornata di ieri) con la presenza di quasi 30 mila visite nel solo mese di luglio e di quasi 50 mila per il mese di agosto: un numero di frequentatori diverso rapportato anche al fatto che, nel mese di luglio, la Torre è stata aperta solo in orario mattutino. Questi numeri danno l’idea del perché il deputato regionale del Pd, Roberto Ammatuna, e il sindaco di Pozzallo, Peppe Sulsenti, stiano lavorando, congiuntamente con la Sovrintendenza ai Beni Culturali di Ragusa, per ottenere dei finanziamenti per il monumento.

Il resto lo hanno fatto le spiagge insignite, quest’anno, per la settima volta consecutiva, della “Bandiera Blu”, il prestigioso riconoscimento che la Fee assegna alle spiagge più “virtuose”. Cinque chilometri di costa, da Raganzino al Secondo Scivolo, al confine col territorio di Ispica, letteralmente prese d’assalto, con turisti soddisfatti di trovare clima e (alcuni) servizi all’altezza della nomea di altri lidi ben più rinomati.

"E’ stata un’estate – dichiara l’assessore allo sport e spettacolo, Luca Ballatore – di cui poter andare fieri. È chiaro che ogni cosa può essere migliorabile ma vedere che, ad esempio, anche i bambini hanno trascorso un’estate con diversi angoli della città dedicati a loro, può dare l’idea di cosa si è costruito per questi tre mesi e per quello che sarà la nostra scommessa per il futuro, ovvero la destagionalizzazione dell’offerta turistica. Nessuno, in passato, a Pozzallo, c’è riuscito, noi proveremo ad invertire questa tendenza".

I lati negativi di questa estate? Presto detto. Il quartiere Raganzino: molte persone si sono lamentate del fatto che pochi spettacoli fossero in cartellone nel popoloso quartiere. La pulizia degli scogli non è stata mai effettuata. Al “Solarium”, per esempio, i pochi turisti che amano prendere il sole ai “piedi” del Nautico, trovavano sistematicamente bottiglie di birra e bicchieri di plastica. Solo la solerzia di qualche turista ha fatto sì che il luogo fosse parzialmente pulito. Pochi cestini per la città: non si capisce perché, in piazza, vi siano ancora dei cestini che, nel giro di pochi minuti, erano riempiti fino all’orlo. L’introduzione dei “sensi unici”, per le strade cittadine, a luglio, hanno confuso le idee ai cittadini, figuriamoci ai turisti.

"Tutto sommato – dichiara Paolo Sotgiù, presidente dell’Ascom di Pozzallo – è stata una buona estate, anche perché i turisti non sono mancati, quindi il bilancio è sicuramente favorevole. La scommessa, ora, riguarda il futuro. Destagionalizzare? Bisogna vedere i progetti prima di parlare". A ben vedere, in effetti, Natale è proprio dietro l’angolo.

Da corrierediragusa.it

lunedì 1 settembre 2008

Pozzallo come Lampedusa?


Ormai anche a Pozzallo ci siamo abituati alle notizie di continui sbarchi e quasi non ci facciamo caso.
Stiamo diventando come Lampedusa , meta delle imbarcazioni piene di clandestini.
Le parole del Sindaco di Lampedusa sono molto forti (a qualcuno addirittura sono sembrate razziste) ma di sicuro rendono l'idea di una situazione insostenibile anche per il popolo più tollerante.
Di sicuro c'è qualcosa sotto che non funziona e molte persone si stanno arricchendo sfruttando questi sistemi.

Da radiortm.it

La polizia di Ragusa ha bloccato, all'alba, a Pozzallo, nei pressi della Torre Cabrera, quaranta extracomunitari appena sbarcati, trentadue uomini e otto donne, che hanno detto di essere di nazionalità somala, e che avrebbero viaggiato su un barcone di circa dieci metri. I migranti sono stati portati alla Dogana del porto di Pozzallo per i controlli di rito.

Ecco l'articolo che ho trovato rigurdo la reazione del Sindaco di Lampedusa ai continui sbarchi di clandestini.




Alla fine la miccia si consuma, la bomba esplode: vuole farsi sentire. E’ un grido di amarezza quello del sindaco di Lampedusa Pino de Rubeis che dice no agli sbarchi ed accusa il governo nazionale di abbandono.”Basta a sbarchi di Stato, con motovedette che vanno a prendere gli immigrati quasi a casa loro e li portano qui.Siamo stanchi dell’assistenza umanitaria falsa - aggiunge il sindaco - di militari che vanno a prelevare barconi a 70 miglia di distanza, motivando l’intervento con problemi di soccorsi in mare. La nostra isola non ne può più”. Torna inoltre a chiedere la chiusura del Cpa di Lampedusa ,polemizzando sulla funzione effettivva di questi centri che- afferma- “tanto sono sempre pieni di immigrati e scafisti, trasformati in loro alberghi. Se queste persone vedono che sono accolti bene e trattati meglio non smetteranno di arrivare. E lo Stato non riesce ad aiutare i lampedusani: pensate che quest’anno non potremo aprire le scuole perché i locali sono fatiscenti e non ci hanno inviato in tempo i fondi necessari per il loro recupero. Qui l’emergenza è continua - conclude De Rubeis invocando una inversione di marcia - e la gente è stanca, pronta a dire basta anche con manifestazioni eclatanti, ma lo Stato non ci ascolta.” A Pozzallo gli sbarchi aumentano di anno in anno ,a Lampedusa da gennaio a oggi 12.500 sbarchi !